domenica 22 novembre 2009

Pensiero Politico ? (Parte 1)

Buongiorno a tutti,
i più avranno pensato che, dopo aver scritto della manifestazione del 5 Dicembre a Roma: il famoso "No Berlusconi Day", io mi fossi identificato come un elettore del centro-sinistra.
Perciò ho ritenuto importante presentarmi. Credo che in Italia i più si siano o si stiano risvegliando all'analisi di tutto ciò che concerne la vita politica. Ammettiamolo, si fa in fretta ad affibbiare una qualunque maschera all'autore di un articolo, forse a causa di quella faziosità che è propria del nostro intimo, e che si frappone tra le pagine che abbiamo innanzi e il nostro occhio come una lente incapace di filtrare le parole in modo neutrale. Ecco quindi che si accusa chiunque di esser comunista, fascista, capitalista o addirittura Dipietrista, Berlusconiano, Leghista e chi più ne ha ne metta.

Io sono Francesco Minniti, 31 anni, nato a Messina nel lontano (ma non troppo) agosto del 1978. Sono un ragazzo come tanti altri, diplomato in Informatica nel 1997 in provinca di Torino (città dove i miei genitori decisero di trasferirsi durante il mio tredicesimo anno di età). La mia non è stata e credo non sarà mai una famiglia ricca. Anzi, credo di poter affermare con assoluta sincerità che, per anni, abbiamo fatto parte di quella schiera di famiglie con evidenti problemi economici.
Ho lavorato sin dai miei 19 anni. In prima istanza presso il CSI Piemonte e ,successivamente, in alcune delle più grandi aziende del settore legato ai servizi informativi: FIAT/IBM, SEAT Pagine Gialle e infine l'Ente Nazionale Idrocarburi (ENI).

Lo so, questo c'entra poco o nulla con il mio pensiero politico, ma ho la presunzione di credere che la vita di una persona spesso condizioni i pensieri della persona stessa. Certo questi pochi dettagli non basteranno a tracciare il mio profilo psicologico, ma credo siano un inizio.

Ho cominciato ad interessarmi attivamente della politica circa 10 anni fa, poco prima dell'adozione dell'euro come moneta. Ricordo che nel 1999 il governo italiano era in mano a Massimo D'Alema, l'inchiesta Mani Pulite aveva da qualche tempo operato il suo "repulisti". Forse fu proprio l'indagine condotta dal Pool di Di Pietro e la continua scoperta di tangenti, clientelismi e privilegi adducibili ai nostri parlarmentari a risvegliare in me l'indignazione e l'interesse per la vita politica del mio paese.
Il disgusto e la vergogna per la dilagante corruzione e i meccanismi del potere venuti a galla, ben lontani dai fini ultimi ai quali i nostri "timonieri" dovevano dedicarsi, avevano distrutto in me l'idea che l'Italia fosse un paese forte e all'avanguardia. Ironicamente, cominciai a credere che Babbo Natale non esisteva, o se esisteva, invece di consegnar regali si dedicava all'insaputa di tutti a ben altri affari.

Essendo un informatico con facile accesso ad Internet, cominciai a documentarmi. Seguii la scia tracciata da quei pochi giornalisti, magistrati, ufficiali, e talvolta comici di satira che ancora avevano il coraggio di denunciare sopprusi e stranezze di un sistema che non trovava eguali in europa e, in generale, nelle nazioni civili o persino nei paesi in via di sviluppo.
Mani Pulite aveva svelato molti particolari interessanti, ma alla luce di ciò che vedo oggi, non era che l'inizio. In più, mi sono ormai convinto che gli Italiani abbiano imparato poco da quegli eventi e si siano adagiati, credendo che tutto fosse stato risolto, con la chiusura dell'inchiesta giudiziara.

(Fine Prima Parte)
Minniti Francesco

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